Note sulla fortuna europea del Saggiatore: 1623-1650

Michele Camerota

Università di Cagliari

Italia

 

Il Saggiatore di Galileo Galilei –pubblicato nel 1623- è considerato uno dei grandi capolavori della letteratura polemica del Seicento.

La brillante causticità della prosa, gli acuti spunti ironici nei confronti dell’avversario dello scienziato pisano, il gesuita Orazio Grassi, e, infine, alcuni squarci di sagace ed innovativa riflessione filosofica sui metodi, le finalità e il valore della ricerca scientifica, hanno finito per costituire, agli occhi degli studiosi moderni, i principali motivi di interesse del volume.

Considerato, in tal senso, dalla critica, nei termini di un testo critico, dal valore, eminentemente, filosofico e letterario, le posizioni scientifiche espresse da Galileo nel Saggiatore –dedicato, come è noto, all’analisi dei fenomeni cometari- sono, in un certo qual modo, rimaste nell’ombra. Eppure, tra i contemporanei, le concezioni galileiane in materia di comete furono prese in esame e discusse assai seriamente, talché l’opera venne apprezzata o criticata prevalentemente in relazione ai suoi contenuti scientifici, più che per gli spunti di riflessione epistemologica che pure brillantemente svolgeva.

Attraverso l’esame di alcune testimonianze di scienziati e filosofici italiani e stranieri dell’epoca, si mira a dimostrare che i rilievi attinenti al discorso astronomico in merito alle comete catalizzarono, in larga misura, l’attenzione dei lettori avvertiti. In particolare, il legame –implicito, ma mai apertamente dichiarato da Galileo- tra l’interpretazione cometaria galileiana ed il copernicanesimo, giocarono un ruolo rilevante nell’ambito della ricezione europea dell’opera.

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