Limmagine di Galileo nella Roma colta
Alessandro Ottaviani
Istituto Universitario Suor Orsola Benincasa
Napoli. Italia
Benché nellambito della storiografia galileiana (Torrini, Redondi, Biagioli, Bellini) si siano opportunamente indagati non pochi aspetti del complesso intreccio che annoda la vicenda dello scienziato pisano agli ambienti della Roma colta, risultano ancora non del tutto messi a fuoco i contorni della poliedrica immagine che si venne necessariamente costituendo nel corso delle differenti fasi, legate alla stagione degli iniziali entusiasmi, allo scontro con lautorità papale, fino alla successiva gestione e difesa della lezione nellambito del gruppo romano.
Se ad esempio più noti sono gli episodi legati al sodalizio linceo, dalla famosa cena sul Gianicolo del 1611 e i ripetuti coinvolgimenti, nel fuoco della disputa, del principe Cesi a favore di Galilei, attendono di essere valutate appieno e in forma sistematica le disseminate note contenute nel Tesoro Messicano, volte a veicolare unimmagine forte, ricca di contenuti celebrativi e apologetici dellautore del Sidereus nuncius. Ciò merita una duplice attenzione in relazione al fatto che lopera in questione, frutto del lavoro dequipe della compagine lincea, romana e napoletana, fu elaborata e stesa negli anni venti, a ridosso della condanna delle tesi copernicane, ma fu altresì, come è noto, solo nel 1651 pubblicata nella sua interezza ed effettivamente recepita.
Il compimento della enciclopedia lincea, ché tale ambiva ad essere il Tesoro messicano, rientrò nei domini della infaticabile attività di Cassiano dal Pozzo, anello di congiunzione fra lerudizione fiorita nella Roma barberiniana (Leone Allacci, Lucas Holstenius) e il discorso della nuova scienza. Così ci proponiamo di mostrare come la ricezione del pensiero galileiano si compia nella Roma degli anni quaranta e cinquanta del secolo mediante il concorso di ambienti colti di differente natura ed impronta, collegati tuttavia da fitti rapporti e dallopera di dinamici e autorevoli personaggi.